Ramon’s tooth

Durante lo shabbat in Israele non ci sono trasporti pubblici, quindi per questa giornata abbiamo programmato un trek che  attraversa il cratere da nord a sud, arrivando fino a Shen Ramon, il dente di Ramon.
Scendiamo dalle pendici del cratere e iniziamo il nostro cammino. I colori cambiano lungo il tragitto a seconda della composizione della roccia: dal beige, al rosso, al nero. Il sentiero è a volte roccioso, a volte sabbioso. Di ombra non se ne parla. Nel cratere ci sono pochissime piante. Fortunatamente non ci sono più le temperature estive (anche se comunque fa caldo). Ci godiamo il cammino, tra 2 chiacchiere e momenti di silenzio. Fino a quando il silenzio viene rotto. Incontriamo per la nostra via decine di gruppi di scout urlanti. Decidiamo di superarli, ma quando finalmente arriviamo in cima al Dente Ramon, ci rendiamo conto di avere gruppi sia davanti che dietro. Dopo una breve pausa, ci incamminiamo verso la base dell’altipiano, ma…. i ragazzini urlanti han deciso di fermarsi (sempre urlando) in un tratto dove si passa solo uno per volta. Rimaniamo quindi bloccate, aspettando che qualcuno si muova. L’istinto omicida potrebbe prendere il sopravvento. E’ un miracolo che nessuno sia morto sfracellato a causa di una…spintarella. Devo anche sottolineare che chiamarli scout non è nemmeno corretto. Questi erano solo gruppi di ragazzi che essendo in ferie per la festività di Hannukah, si sono ritrovati in questi gruppi, iscritti dai genitori che non volevano averli tra i piedi.
Finalmente dopo po’ che eravamo ferme, riusciamo a ripartire. Chiedo ad un ragazzo dove sono diretti e con nostro disappunto sono tutti diretti verso la nostra direzione. Poco più avanti troviamo un albero e decidiamo di fare una sosta per mangiare, ma soprattutto per prendere le distanze da tutti i gruppi in modo da non doverli più incontrare.  Dopo un quarto d’ora che eravamo li, arriva una delle guide dei ragazzini urlanti ”Vogliamo venire qui a mangiare”. Eppure il deserto è grande, proprio qui dovete venire? Gli rispondo che vogliamo goderci un po’ di silenzio nel deserto e che quindi abbiamo deciso di fermarci li e lasciare passare tutti i gruppi. Lui mi prende in giro ”se volevi il silenzio non dovevi venire nel deserto ad Hannukah”, poi ci informa che tutti i gruppi sono fermi per la pausa pranzo per almeno un’ora e mezza. Nemmeno 30 secondi dopo, io e Silvia lasciamo l’albero conteso e continuiamo il cammino. Superiamo tutti i gruppi, che sono fermi a mangiare (e a urlare). Arriviamo al muro di ammoniti dove è possibile osservare decine di fossili.
Procediamo per un altro sentiero che ci porta su un’altura da cui si gode un bellissimo panorama. Una volta tornati alla base del cratere, raggiungiamo la strada dove otteniamo un passaggio per tornare a Mitzpe Ramon.

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