Har Gamal

Manu (Italia): il 13 dicembre vado in Israele
Silvia (Namibia): Il mio capo mi ha imposto delle ferie dal 11 al 18 dicembre
Manu: perché non vieni con me in Israele?
Silvia: non me lo ripetere 2 volte
Manu: perché non vieni con me in Israele?

e fu così che nemmeno un minuto dopo eravamo già alla ricerca del volo……

Finalmente un nuovo Monzena Tour può avere inizio!
Ammetto che l’inizio vero e proprio non è stato dei più spettacolari: 2 ragazze affamate in giro per la città di Rehovot in cerca di cibo. Subito dopo aver appoggiato gli zaini a casa, ci dirigiamo verso un ristorantino tipico in cui si cena a base di Hummus, taboouleh, falafel e insalate. Troppo tardi, stanno già chiudendo. Decido quindi di provare in un ristorante etiope, poco distante da li. E’ ancora aperto, ma vista l’ora ci offrono solo il take away. Decidiamo quindi di cercare qualcos’altro. Il terzo ristorante non ha molte opzioni vegane (l’unica opzione è la pasta, ma per me la pasta in Israele non è un’opzione). Finalmente riusciamo a sederci in un pub, ordiniamo Labane (formaggio acido) e melanzane con tehina (salsa di sesamo) accompagnate da 2 birre israeliane, a cui seguiranno da 2 Savanna dry, che ripotano immediatamente Silvia ai bellissimi giorni trascorsi in Namibia.
Tornate a casa, accendiamo le candele di Hannukah, una festività ebraica che dura 8 giorni in memoria del miracolo avvenuto più di 2000 anni fa nel tempio di Gerusalemme.
La mattina seguente inizia subito col ”lavoro”: 8:15 del mattino il tecnico dell’internet è già a casa per installare la connessione. Ora possiamo davvero partire!
Avendo pochi giorni a disposizione, abbiamo deciso di visitare solo una zona di Israele, quella che ci è rimasta più nel cuore nel viaggio fatto insieme 5 anni fa: Mitzpe Ramon. Questa è una piccola cittadina, sul lato nord del cratere Ramon, nel deserto del Negev. Non abbiamo avuto dubbi nemmeno su dove pernottare: the Green Backpackers Hostel, lo stesso dove avevamo soggiornato durante il primo viaggio. Arriviamo a Mitzpe nel primo pomeriggio e dopo aver svolto le pratiche del check in e aver preso le mappe dei sentieri, ci avviamo verso Har Gamal ”il monte cammello”, dalla sua inconfondibile forma. Sopra al ”cammello” c’è un piccola piattaforma panoramica, da cui si può ammirare tutto il cratere. Un’insegna dice ”Ovunque guardi, vedi te stesso”. Ci fermiamo qui per un po’, in silenzio. E’ un posto davvero speciale. Davanti all’immensità che abbiamo di fronte, non possiamo che sentirci piccole piccole, ma anche un tutt’uno con la natura.
Purtroppo a dicembre le giornate sono molto brevi e decidiamo di sfruttare le ultime luci del giorno per fare un camminata sul Promenade Albert, fino al centro visitatori di Mitzpe Ramon (che per l’ennesima volta non ho visitato… è sempre un buon motivo per tornare. All’interno del centro, oltre a diverse sale dedicate alla morfologia del cratere, la flora e fauna del luogo, c’è una sezione dedicata all’astronauta israeliano Ilan Ramon, deceduto nella missione dello shuttle Columbia). Lungo il nostro percorso, facciamo subito l’incontro con diverse Ibex (wiki mi suggerisce che il nome italiano è capra nubiale), una specie protetta. Cartelli sparsi un po’ ovunque informano che è proibito dar da mangiare agli ibex, ma purtroppo nei giorni passati qui, abbiamo visto più volte gli Ibex cercare cibo nei cassonetti della spazzatura. Sono molto abituati all’uomo, si lasciano avvicinare e io potrei passare delle ore ad osservarli. Ma no, non si può. Abbiamo una missione da compiere: fare la spesa. Non vogliamo fare la fine della sera precedente!
Per la prima sera avevamo prenotato una visitata guidata per osservare le stelle con un astronomo. Mitzpe Ramon, infatti, essendo una piccola città nel mezzo del deserto è una meta ideale per osservare il cielo. Poco fuori dalla città è presente anche un centro astronomico. La visita guidata  sarebbe stata ideale per osservare le Geminidi, uno sciame meteorico da 120 stelle cadenti all’ora. La nostra sfortuna però ha voluto che il cielo si coprisse di nuvole. Rinunciamo così alla visita guidata e ci apprestiamo a cenare. Subito dopo cena, i ragazzi dello staff del’ostello, radunano tutti gli ospiti per accendere le candele della terza notte di Hannukah. Quasi tutti gli ospiti erano stranieri, quindi i ragazzi raccontano la storia di Hannukah, e proseguono rispondendo a domande di vario genere su Israele e cultura e tradizione ebraica. Questo rito si ripeterà ogni sera del nostro soggiorno. E’ stato un momento molto bello, di unione. Questo è il vero motivo per cui alloggiare in ostello è per me una parte fondamentale del mio viaggio. L’atmosfera che si crea è unica.
Poco più tardi io e Silvia decidiamo di uscire a vedere le stelle. A noi si aggregano anche una coppia americana appena conosciuta. Ci incamminiamo verso il cammello e notiamo che tra le nuvole si intravede qualche stella. Oltrepassiamo il cammello e scendiamo fino ad una piattaforma. Da qui le luci della città non sono più visibili e ora le stelle sembrano moltiplicarsi nel cielo. Ci sdraiamo su una roccia, con gli occhi rivolti verso l’alto. Le nuvole si aprono proprio sopra di noi e il cielo stellato appare in tutto il suo splendore. La luna non è ancora visibile e questo ci permette di vedere un vero spettacolo di stelle cadenti. Il silenzio si alterna ai ”wow” all’unisono. Che serata!

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