Day Hike in Nahal Havarim

E così è arrivato anche l’ultimo giorno di trekking nel Negev.
Dopo una buona colazione, lasciamo definitivamente l’ostello e ci dirigiamo verso la fermata dell’autobus con i nostri zaini. La mia idea era quella di arrivare al Midreshet Ben Gurion, pochi km a nord di Mitzpe Ramon, lasciare gli zaini al centro del turismo e poi visitare il parco nazionale di Ein Avdat. Sono anni che vorrei visitarlo, ma poi per un motivo o per l’altro, non ci sono mai riuscita. Nemmeno questa volta. Purtroppo quando siamo arrivate abbiamo trovato tutto chiuso, sia l’ufficio turistico, che il parco stesso. Non è stata proprio una sorpresa, ma un po’ ci avevo sperato. Il titolare dell’ostello infatti ci aveva avvisato di un grande sciopero nazionale indetto proprio per quella domenica. La causa dello sciopero è la chiusura di metà degli impianti della Teva Pharmaceutical in Israele. Si parla di circa 3500 posti di lavoro e la vendita di diverse infrastrutture. Teva è da sempre un grande orgoglio nazionale, essendo la più grande azienda farmaceutica al mondo per la produzione di generici. Tutto il paese si è fermato per protestare contro questa decisione, ma non credo che questo servirà a qualcosa.
Tornando a noi, dopo aver dato uno sguardo alla mappa decidiamo di attraversare il Nahal Havarim. Questo trek mi era stato consigliato da amici molto tempo fa per una camminata in notturna al chiaro di luna. Le rocce tutte intorno sono molto chiare e durante una notte di luna piena è possibile camminare senza l’uso di luci artificiali.  Non sapevo esattamente cosa aspettarmi, ma sono stata piacevolmente sorpresa. Gran parte del cammino viene fatta nel letto del Fiume Havarim, che col tempo ha scavato un ”canyon” tra le rocce.  Non fraintendete, siamo comunque in Israele e quando si parla di fiume è molto probabile che questo sia totalmente secco per 364 giorni l’anno. Dopo un temporale, anche a distanza di diversi chilometri è possibile che si verifichi una vera e propria inondazione. Bastano pochissimi secondi affinché il deserto venga travolto da un fiume di acqua, sabbia e detriti. Fortunatamente questo è un problema che non ci ha riguardato da vicino, visto l’assenza di pioggia da diversi mesi.
Il sentiero porta fino ad una cisterna sotterranea scolpita nella roccia dai Nabatei (cisterna Havarim). Questo cammino infatti si trova sulla vita dell’incenso che da Petra porta fino al porto di Gaza.. Purtroppo la zona archeologica non è segnalata, sul sito non c’è nessun tipo di spiegazione a riguardo e la cisterna è molto trascurata.
Questa volta abbiamo avuto un poco più fortuna rispetto al giorno precedente. Abbiamo sì incontrato numerosi gruppi di ragazzi sul sentiero, ma tutti andavano in direzione opposta alla nostra, permettendoci quindi di godere del silenzio e della bellezza del deserto.
Ammetto che questo trek è stato più semplice degli altri, nonostante lo zaino in spalla, ma arrivata agli ultimi km, ero totalmente distrutta. Il trek finisce proprio sul bordo della strada e da li ci incamminiamo verso la fermata del bus più vicina. Poi improvvisamente vedo arrivare un’autobus diretto a Beer Sheba e incredibilmente ho ritrovato le forze per un’ultima corsa prima di poter riposare sull’autobus.
E’ stata un giornata incredibile, iniziata con una bellissima alba sul cratere Ramon, continuata camminando nel fiume Havarim ed conclusasi con le candele di Hannukah e una cena in un ristorante Etiope a Rehovot. Cosa centra il ristorante etiope in tutto questo? Innanzitutto è il mio ristorante preferito in Israele ed erano mesi che me lo sognavo, e, secondo, essendoci tantissimi etiopi in Israele, la loro cucina sta diventando pian piano parte della cultura culinaria israeliana.

Purtroppo anche questo viaggio si conclude qui. Lunedì mattina ci avviamo a Tel aviv, per una breve camminata sul lungomare (in ristrutturazione), un pranzo a base di pita con falafel e poi dritte verso l’aeroporto.
Alla prossima Silvia!!! Abbiamo ancora tanti cammini da affrontare insieme!!!!

Comments

Popular Posts